I diari di viaggio di Carla
Polastro
PARIGI
12 - 14 novembre 2021
"Paris est tout petit pour ceux qui s'aiment, comme nous, d'un si
grand amour."
Jacques Prévert, "Les Enfants du Paradis" (Marcel Carné, 1945)
Venerdì
12 novembre:
Atterriamo
(al secondo tentativo) a Roissy-CDG alle otto del mattino in un nebbione di
puro stampo padano, ma in perfetto orario. Una volta raggiunta la Gare du Nord
con lo RER B e lasciati i trolley in albergo (l'accogliente Hôtel
Whistler, http://www.whistlerparis.com , a soli 60 metri dalla stazione),
proseguiamo subito per il Marais, per (ri)visitarvi un "vecchio
amico", il Museo Carnavalet, http://www.carnavalet.paris.fr , "tout beau, tout neuf"
dopo quasi cinque anni di lavori di ristrutturazione e riallestimento.
A
causa di uno sciopero di parte dei custodi, sono aperte solo le sale dalle
origini della città alla vigilia della Rivoluzione francese. Peccato, perché
avrei rivisto ben volentieri il bel ritratto di Julie Récamier, http://tinyurl.com/epubsw5c , dipinto da François Gérard fra
il 1802 e il 1805.
Nel
primo pomeriggio, visitiamo la graziosa mostra di disegni di Christelle Téa,
"Musées dessinés", al Museo Cognacq-Jay, http://www.museecognacqjay.paris.fr , da cui manco da parecchi anni e
dove Gianluca non era ancora mai stato.
Per
chi, come me, ama l'arte e i mobili del Settecento francese, in questo piccolo
museo civico, allestito nell'elegante hôtel Donon, "on se régale".:-)
Io,
però, sono abbastanza vecchia da aver visitato il Cognacq-Jay anche nella sua
sede originale, in bd des Capucines (la collezione di Ernest Cognacq e
Marie-Louise Jay è stata trasferita nel Marais, in una cornice ben più
affascinante, nel 1990). Ricordo spazi esigui e piuttosto fanés...
La
fitta nebbia di stamattina a Roissy ha lasciato il posto a una giornata di
"beau froid". Sotto un cielo così e nella morbida luce autunnale, la
place des Vosges ci appare ancora più splendida!
Trovandomi
a solo un km dalla "mia" beneamata Ile Saint-Louis, posso forse non
farvi il mio solito giretto "di rito" (Gianluca preferisce, invece,
optare per un break in albergo)?;-)
Dopo
aver attraversato il Pont de Sully ed essermi fermata qualche istante ad
ammirare l'hôtel Lambert, prendo il quai d'Anjou, sul quale si trova l'edificio
parigino che amo di più in assoluto, l'hôtel de Lauzun, http://tinyurl.com/4pjknvub . Ora di proprietà della Ville de
Paris e non aperto normalmente al pubblico, ho avuto la fortuna, anni addietro,
di potervi accedere grazie a una memorabile visita guidata.
Poco
più in là, una panchina al sole accoglie gentilmente le mie stanche membra.;-) Non me ne andrei più da questo quieto tepore... E' così rilassante starmene qui, a osservare pigramente la
Senna che "se la coule douce" (ancora Prévert...;-)), con i
bateaux-mouches nuovamente affollati di turisti e un motoscafo della polizia
che scivola via veloce, facendo increspare la superficie argentea del fiume,
protagonista persino dello stemma e del motto della città ("Fluctuat nec
mergitur").
Arrivata
in fondo al quai d'Anjou e attraversato il Pont Marie, faccio un'altra piccola
pausa nel raffinato giardino dell'hôtel de Sens. Da lì, solo pochi passi mi
separano da una fermata della linea 7 del métro.
A
Châtelet, cambio sulla linea 4 e raggiungo il consorte al Whistler. Alle 16,30,
ci attende uno dei momenti clou di questo brevissimo (ma intenso;-)) soggiorno
parigino, ovvero la visita dell'hôtel de la Marine, http://www.hotel-de-la-marine.paris , in place de la Concorde.
Frutto
anch'esso di un restauro magnificamente riuscito, questo imponente edificio
settecentesco, opera di Ange-Jacques Gabriel, "premier architecte" di
Luigi XV (e prediletto anche da Madame de Pompadour), è davvero una gioia per
gli occhi!
Noi
abbiamo scelto l'opzione di visita, con audioguida disponibile in francese o
inglese, "Grand Tour-Secolo dei Lumi", http://tinyurl.com/ywsx2zzc , che permette l'accesso sia agli
appartamenti dell’Intendente, che ai saloni di rappresentanza, che alla superba
Loggia.
Credo
che ricorderemo fino alla fine dei nostri giorni il tramonto su place de la
Concorde dalla suddetta Loggia, con gli ultimi raggi di sole che fanno
risplendere le dorature dell'obelisco di Luxor e, in lontananza, quelle della
cupola degli Invalides.
Dopo
un aperitivo sulla terrasse del bistrot "François Félix", http://tinyurl.com/4sc9at6y , nella vicinissima rue Boissy
d'Anglas, concludiamo piacevolmente la serata con una squisita fondue
bourguignonne e un altrettanto squisito tagliere di formaggi caprini da
"Pain Vin Fromages", http://painvinfromages.com , a due passi dal Centre Pompidou.
Sabato
13 novembre:
Oggi
è il 57° compleanno di Gianluca e il 105° anniversario della nascita del mio
Papà Piero, ma come non pensare alle tante famiglie per le quali tale data
rappresenta, da sei anni a questa parte, il momento più straziante delle loro
vite?
Poco
prima delle dieci ci mettiamo in coda fuori dalla Fondation Louis Vuitton, per
visitarvi la mostra forse più importante della rentrée 2021-22, "La
collezione Morozov. Icone dell'arte moderna", http://tinyurl.com/1m3g6bm9 .
La
fila della fascia oraria 10-10,30 è già bella lunga. Apprendiamo da un'addetta
ai controlli di sicurezza che, grazie al Green Pass/Passe sanitaire,
l'affluenza dei visitatori, come in questo caso, può essere massiccia.:-/
Le
sale, pur generalmente ampie, della Fondazione sembrano scatole di sardine
troppo riempite. Non propriamente condizioni di visita ideali, a maggior
ragione durante una pandemia...
L'esposizione
è, comunque, di altissimo livello (come sempre, del resto, quando si tratta
della FLV). Molto interessanti anche le "micro-visite" guidate in
francese (gratuite) della durata di 15', che si concentrano su un singolo
artista (Monet, piuttosto che Cézanne, e così via).
La
mostra ci ha dato anche modo di "scoprire" due talentuosi ritrattisti
russi di cui - lo ammetto :-) - non avevamo mai sentito parlare prima, Valentin
Aleksandrovitch Serov, https://tinyurl.com/75r6mh5v , e Konstantin Alekseïevitch
Korovine, https://tinyurl.com/34xfd7et .
Sarebbe
bello poter indugiare con tutta calma davanti ai numerosi Manet, Renoir, Monet,
Sisley, Bonnard, Gauguin, Cézanne, Rodin, Claudel, Maillol, ecc. ecc., ma
l'affollamento, ahinoi, lo rende praticamente impossibile.:-(
Fra
l'altro, non ricordo un pigia-pigia del genere in occasione delle mie/nostre
precedenti visite. Sarà perché c'è di mezzo il ponte dell'11 novembre?
Usciti
all'aria aperta (non senza un filo di sollievo...:-)) e aspettato invano per un
po' il passaggio del bus 63 (alla fermata della navetta elettrica della
fondazione, ci sono già parecchie persone in attesa), torniamo a Les Sablons e
riprendiamo la linea 1 del métro. Una manciata di minuti più tardi, scendiamo a
George V.
Dopo
un rapido e gustoso pranzetto in una crêperie in rue Washington, Gianluca va a
fare acquisti all'Apple Store sugli Champs-Elysées. Io, invece, senza fretta,
mi avvio verso il M° Franklin D. Roosevelt, per
prendere la linea 6 fino a Trocadéro.
All'uscita
dal métro, sorpresa: il sole ha fatto capolino fra le nuvole!:-)
Gli squarci di sereno avranno, purtroppo, vita breve (e attaccherà pure a
piovere, parbleu!), ma quel tanto che basta per godermi un po' la vista dalla
spianata alle spalle del Palais de Chaillot.
Nel
frattempo, mi raggiunge Gianluca e, insieme, ci incamminiamo lungo l'avenue du
Président Wilson, fino ad arrivare al Palais Galliera, sede del Musée de la
Mode de la Ville de Paris e anch'esso oggetto di una recentissima
ristrutturazione radicale.
Le
nostre strade, a questo punto, si dividono nuovamente: il consorte va a
riprendere il métro a Iéna, per fare un giro nella sua libreria parigina
preferita, "Eyrolles", sul bd Saint-Germain, mentre mi attende la
visita di due mostre.
Si
tratta della spettacolare "Una storia della moda. Collezionare, esporre al
Palais Galliera" (fino al 26 giugno 2022), http://tinyurl.com/4ucvpjv6 , allestita nelle nuove e
suggestive Galeries Gabrielle Chanel, http://tinyurl.com/vxvzr2rc , e di "Vogue Paris 1920-2020" (fino
al 30 gennaio 2022), che trovo assai meno interessante.
Lasciato,
a malincuore, il Palais Galliera, e non avendo alcuna voglia di reimmergermi
nel métro, salgo sul bus 32, che fa capolinea alla Gare de l'Est, passando dal
Rond-Point degli Champs-Elysées, bd Haussmann, Gare Saint-Lazare, Opéra
Garnier, Grands-Boulevards e Porte Saint-Denis. Di certo, non bisogna avere fretta.;-)
Prima
di andare a cena, "une pause s'impose" (e magari pure una doccia;-)).
Come
in occasione del mio 60° compleanno due anni e mezzo abbondanti fa (ma in
compagnia degli amici Tersilla, Ariella e Paolo), festeggiamo quello di
Gianluca nel nostro ristorante parigino preferito, il libanese "Al
Wady", in rue de Lourmel (15ème arr.), http://alwady-restaurant-libanais.com .
Il
décor, rispetto al 2019, è cambiato (decisamente in meglio, a nostro avviso),
ma, per fortuna, non la qualità della cucina o la carta dei vini.;-)
Domenica
14 novembre:
Da
anni aspettavo un buon "pretesto" per tornare da un altro
"vecchio amico", il Guimet (Museo Nazionale di Arti Asiatiche), che
conserva la più importante collezione di arte khmer al mondo.
Le
due mostre attualmente in corso, "Tagikistan, nel paese dei fiumi
d'oro" (fino al 10 gennaio 2022), http://tinyurl.com/386fscmx , e "Nepal, Arte della valle
di Kathmandu" (fino al 17 gennaio 2022), http://tinyurl.com/kdwam2 , mi sono sembrate l'occasione perfetta per tornare per
l'ennesima volta in questo stupendo museo.
La
prima, che ha persino superato le nostre pur alte aspettative, ci riporta al 17
giugno 2008, allorché visitammo il sito preistorico di Sarazm (sito Unesco dal
2010, http://whc.unesco.org/en/list/1141 ) e quello dell'antica Penjikent.
Vi
sono esposti reperti provenienti da diversi musei, fra i quali il Museo
Nazionale delle Antichità di Dušanbe, il British Museum di Londra e lo stesso
Guimet, oltre che dalla Biblioteca Nazionale di Francia.
La
seconda, più piccola ma sempre di alto profilo, mi riporta ancora più indietro
nel tempo, al mio viaggio in Nepal nella primavera del 2003.
Le
opere esposte provengono sia dalle collezioni permanenti del Guimet, che dai
musei di arti asiatiche di Nizza e Tolosa, che dal Museo del Quai Branly e dal
Collège de France.
Non
posso andar via prima di aver fatto un giro nelle sale dedicate all'arte khmer
e a quella indiana, le mie preferite dell'intero museo.
Una
mezz'oretta più tardi, sediamo a un tavolo del "Flam's
Montparnasse", http://tinyurl.com/2apse27y . Una deliziosa Flammeküche non può mai mancare
all'appello, quando siamo a Parigi (o in Francia in generale).;-)
Rifocillati
a dovere, ci aspetta un altro momento clou, ovvero la visita dell'Istituto
Giacometti, http://www.fondation-giacometti.fr , al no. 5 della rue Victor
Schœlcher (la stazione del métro più vicina è Raspail, linee 4 e 6), a un tiro
di schioppo dalla Fondazione Cartier.
La
sede dell'Istituto, un hôtel particulier in stile Art déco, costruito fra il
1912 e il 1914 per l'artista-decoratore Paul Follot e mirabilmente restaurato,
è stata inaugurata nel 2018. Al suo interno, vi è stato anche ricostituito
l'atelier dello scultore svizzero.
L'Istituto
è aperto al pubblico solo in occasione di mostre temporanee. Avrei tanto voluto
visitarlo già nel 2019, ma, né a fine marzo, né a metà novembre, erano previste
mostre.
Quest'anno,
finalmente, l'esposizione "Alberto Giacometti, Barbara Chase-Riboud. Donne
In Piedi di Venezia, Donna Nera In Piedi di Venezia" (fino al 9 gennaio
2022), http://tinyurl.com/perey97a , ha permesso a me e Gianluca di
varcare l'"agognata soglia".;-)
Partecipiamo
(previa prenotazione) alla coinvolgente visita guidata in francese delle 14,30,
condotta da una giovane donna molto preparata e comunicativa.
Barbara
Chase-Riboud, scultrice e poetessa afro-americana, è
stata, per noi, un'affascinante scoperta.
"Cosa
bella mortal passa, et non dura"... Anche questo ennesimo "passage à
Paris" volge, purtroppo, al termine. Dopo una riposante pausa in albergo,
dove recuperiamo i nostri bagagli, giunge l'ora di tornare in aeroporto.
A
causa dei lavori in corso sullo RER B, siamo costretti a prendere lo RER D, per
una sola fermata, dalla Gare du Nord a Stade de France-Saint-Denis, per poi
proseguire, fatta opportuna coda, con il bus sostitutivo (e gratuito).
Speriamo
di non dover attendere altri due anni, prima di poter tornare nella
"nostra" beneamata Parigi...