I diari di viaggio di Carla Polastro
OMAN, RELOADED
FEBBRAIO 2017
"[...] arrivammo nell'Oman, un paese
fertile e irriguo, disseminato d'alberi, giardini e palmeti, ove crescono vari
tipi di frutta. La capitale, Nazwā, sorge a piè
d'un monte circondata da giardini e da ruscelli e possiede bellissimi mercati e
imponenti moschee molto ben tenute."
Muhammad Ibn Battuta, nato a Tangeri il 17 rajab
al-fard 703 (24 febbraio 1304)
Alle amiche Tersilla Braghiroli e Chiara Molinatto,
che hanno reso questo nostro secondo viaggio nel Sultanato ancora più speciale, con affetto e gratitudine.
ITINERARIO:
1° giorno, sabato 11 febbraio: 21,30, volo Oman Air Malpensa-Muscat.
2° giorno, domenica 12 febbraio: arrivo poco dopo le 7; giornata trascorsa
in città (Grande Moschea, Royal Opera House, Museo Franco-Omanita, Museo
Nazionale).
3° giorno, lunedì 13 febbraio: Rustaq Loop (Bait Na'aman [nei pressi di Barka], forti di Al Hazm, Al Rustaq e Nakhal); 2°
pernottamento a Muscat.
4° giorno, martedì 14 febbraio: Wadi Bani Awf,
grotta Al Hoota, forte di Bahla;
pernottamento a Nizwa.
5° giorno, mercoledì 15 febbraio: Wadi Bani Khalid, Sur,
Ras Al Jinz Turtle Reserve; pernottamento a Sur.
6° giorno, giovedì 16 febbraio: Wadi Shab, Wadi Tiwi, dolina di Bimah;
pernottamento a Muscat.
7° giorno, venerdì 17 febbraio: mattinata di relax in albergo; 14,35, volo
Oman Air Muscat-Malpensa.
RESOCONTO DELLE
VISITE:
Gianluca e io siamo tornati nel Sultanato a esattamente sei anni dalla
prima visita, http://www.gianlucanigro.net/gianorg/oman2011.html,
durante la quale ci eravamo perdutamente innamorati del Paese e della sua
gente.
Tornati, ma non da soli. Stavolta, infatti, è venuta con noi Tersilla, una
cara amica emiliana. E questo secondo viaggio in Oman ci darà anche
l'opportunità di rivedere Chiara, un'altra nostra buona amica che vi lavora
come guida turistica ormai da qualche anno.
Domenica, 12 febbraio:
Tra pagamento (N.B.: NON vengono accettate carte di credito) e ottenimento
del visto, controllo passaporti e ritiro del 4x4 a noleggio (un Mitsubishi Outlander), ci mettiamo quasi due ore a lasciare
l'aeroporto.
La nostra prima tappa è alla Grande Moschea. Che gioia ritrovarsi sotto
questo cielo azzurrissimo, immersi nella sobria magnificenza del luogo di culto
più importante del Paese!
Anche Tersilla, che la visita per la prima volta, ne rimane estasiata.
Confusi in mezzo a una piccola folla di crocieristi (molti dei quali
italiani), entriamo dapprima nella sala di preghiera riservata alle donne e poi
nella ben più vasta e ornata sala riservata agli uomini, sfarzosamente
illuminata da enormi lampadari Swarovski. Sembra quasi di sprofondare nel
gigantesco tappeto che ricopre il pavimento...
Risaliti in auto, in un quarto d'ora raggiungiamo l'elegante quartiere di
Al Qurum (Gianluca e io vi avevamo alloggiato nel
2011), dove visitiamo, con una guida anglofona, l'imponente Royal Opera
House, https://www.rohmuscat.org.om, che, sei anni
fa, era ancora in costruzione (è stata inaugurata il 12 ottobre 2011).
Per erigerla, sono stati utilizzati travertino italiano, selenite omanita,
teak birmano... L'interno fonde armoniosamente elementi tradizionali omaniti e
marocchini con tecnologie d'avanguardia. Antichi strumenti sono esposti in
ampie bacheche e la sala può ospitare fino a 1.100 spettatori.
Anche i giardini che la circondano sono incantevoli.
Da Al Qurum ci spostiamo a Mutrah.
Quant'è piacevole ripercorrere la Corniche, tra curatissime aiuole fiorite e
con il mare che rimanda bagliori cristallini sotto il sole ormai allo zenith!
Parcheggiamo nelle immediate vicinanze della stazione centrale di polizia
per visitare una piccola "chicca", il Museo Franco-Omanita (Qasr al Alam St.; aperto dal sabato al giovedì, 9-13,30; il
biglietto costa 1 rial), che è allestito nell'edificio più antico della città, Bait Faransa, e che fu dato in
dono dallo Sceicco Faisal bin Turki
al console francese nel 1896.
Il museo è stato inaugurato il 29 gennaio 1992 dal Sultano Qaboos bin Said e da François Mitterrand, per sottolineare
l'importanza dei legami fra i due Paesi e conservarne il ricordo.
L'aspetto più interessante del museo, oltre a quello architettonico, è, a
mio avviso, rappresentato dalle vecchie foto esposte nelle sue piccole sale,
immerse nella quiete più assoluta e in una fresca penombra.
Sembra che, qui, il tempo si sia come fermato a una giornata qualsiasi di
fine Ottocento. In quello che fu l'ufficio del console, quasi ti aspetti che
torni da un momento all'altro, per indossare la marsina di gala esposta in un
angolo...
In pochi minuti a piedi, passando davanti al palazzo Al Alam (residenza
principale del Sultano Qaboos), arriviamo alla nuova
e splendida sede del Museo Nazionale (da gennaio ad aprile è aperto dal sabato
al giovedì dalle 10 alle 17 e il venerdì dalle 14 alle 18; per i visitatori
stranieri non residenti nel Sultanato, il biglietto costa 5 rial e può essere
pagato solo con carta di credito).
Apparentemente, da queste parti, non sbagliano un colpo!;-) L'edificio
riesce a essere grandioso e lieve allo stesso tempo, e l'allestimento è del
tutto degno di tale cornice.
I reperti esposti, dai khanjar (i pugnali
tradizionali omaniti), agli antichi portoni, agli oggetti in argento o in rame,
ai gioielli, alle ceramiche, sono di una raffinatezza straordinaria!
Da non perdere è anche il filmato sulla storia dell'Oman, proiettato
alternativamente in arabo e inglese e della durata di 15', che contiene
immagini di grande suggestione.
Ora siamo, però, tutti e tre davvero "cotti". Sarà meglio
recuperare l'auto e andare in albergo.;-)
Lunedì, 13 febbraio:
Una sonora dormita e un'abbondante prima colazione ci rimettono all'onor del mondo.:-)
Lasciamo il Tulip Inn,
nel distretto di Al Khuwair, intorno alle otto.
Avremmo voluto visitare la moschea del Sultano Taimur
Bin Faisal, http://www.omantripper.com/sultan-taimur-bin-faisal-mosque,
ma, tra l'intensità del traffico dell'ora di punta e la difficoltà nel
trovarla, dobbiamo accontentarci di vederla solo da fuori.
Non sarà facile nemmeno trovare la secentesca fortezza Bait
Na’aman (è aperta dal sabato al mercoledì, 9-13,30;
l'ingresso è gratuito, ma il custode/guida, naturalmente, apprezza una
mancia), http://tinyurl.com/gll8dhn, a una manciata di
km da Barka. Ma, come si suol
dire, "chi la dura la vince" e, dopo svariati giri a vuoto, per le
dieci "approdiamo" finalmente alla meta agognata.;-)
Veniamo cordialmente accolti dal custode, uomo poliglotta e spiritoso, che
ci guiderà nel dedalo di stanze e stanzette arredate con variopinti cuscini e
tappeti, mobili d'epoca, suppellettili in rame o argento... In alcune
vetrinette, sono conservate opulente parures nuziali
in argento e pietre dure.
In una quarantina di minuti (e senza intoppi, stavolta:-)) arriviamo al
forte di Al Hazm (è aperto dal sabato al giovedì,
9-16; venerdì 8-11; il biglietto costa 500 baisa/0,5
rial), http://www.omantripper.com/al-hazm-castle
Nel prezzo del biglietto è incluso il noleggio di un'audioguida,
disponibile in arabo, inglese, francese, tedesco e giapponese.
In vari punti, brevi registrazioni fanno rivivere l'atmosfera di un tempo,
quando, fra queste mura poderose, riecheggiavano le voci dei soldati e
tuonavano i cannoni. Molto d'effetto l'illuminazione blu cobalto del falaj interno, http://tinyurl.com/znwj24l
Durante la visita, incrociamo più volte un gruppetto di simpatici
autoctoni, elegantissimi nelle loro candide dishdasha,
che ci salutano con grande cordialità e ci chiedono da dove veniamo. Uno di
loro, sentendo "Italy", ribatte con un sonoro "Go
Juve!".:-)
Lasciare la deliziosa frescura che regna dentro il forte, per ritrovarci
nel solleone di metà giornata è uno choc termico non da poco!
In circa mezz'ora siamo al forte di Al Rustaq (è
aperto dal sabato al giovedì, 9-17; venerdì 8-11; il biglietto costa 500 baisa/0,5 rial), http://www.omantripper.com/al-rustaq
Prima di entrare, però, facciamo un rapido spuntino all'ombra degli alberi
sul piazzale antistante.
Nonostante le dimensioni (è fra i più grandi - e antichi - del Paese), è
quello che ci colpisce di meno, fra tutti i forti visitati nel Sultanato nel
2011 e quest'anno, forse perché lasciato un po' andare (per gli altissimi
standard omaniti, ben inteso;-)).
Troviamo magnifico, invece, il forte di Nakhal (è
aperto dal sabato al giovedì, 9-16; venerdì 8-11; il biglietto costa 500 baisa/0,5 rial), a una sessantina di km da Al Rustaq, http://www.omantripper.com/nakhal-fort
E' il più imponente in assoluto e sembra essere tutt'uno con le rocce su
cui è stato costruito, come se ne fosse scaturito per magia.
La luce comincia lentamente a declinare, accentuando la calda tonalità
rosata delle mura. Le montagne si stagliano, con le loro infinite sfumature di
grigio, perfettamente nitide contro il cielo terso. Pare quasi di poterle
toccare... In basso, le palme formano una fitta cortina color smeraldo.
Spira una brezza fresca e leggera mentre ce ne stiamo seduti nel primo
cortile, all'ombra dell'altissima facciata. Per dirla con un vecchio proverbio
tedesco, "si sta come Dio in Francia".:-)
Una giornata come questa costituisce anche un ottimo esercizio fisico:
abbiamo perso il conto di quanti scalini abbiamo fatto!:-)
Mentre torniamo verso Muscat, a una novantina di km di distanza, già
pregustiamo la cena che ci aspetta al "Kargeen
Caffè" in compagnia della nostra amica Chiara, che fa da alcuni anni la
guida turistica qui in Oman.
Martedì, 14 febbraio:
Oggi, in programma, c'è uno degli "highlights"
del viaggio: lo spettacolare Wadi Bani Awf!
Partiamo da Al Khuwair alle 7,30. Rifacciamo, in
senso inverno, un pezzo della strada percorsa ieri (la no. 13), fino a
raggiungere il bivio che ci condurrà all'imbocco dello wadi.
La prima sosta "d'obbligo" è davanti a questi cartelli
stradali, http://tinyurl.com/hn55w5x, probabilmente tra
i più fotografati del Sultanato.:-)
A dire il vero, in uno scenario da sogno come questo, ci si fermerebbe a
scattare delle foto ogni 50 metri.;-)
Durante una di queste frequenti pause, "fraternizziamo" con una
capra dall'aria molto amichevole, che sembra gradire sia la conversazione con
Tersilla, http://tinyurl.com/jv7xkfr, che la mia offerta
di una bananina (di cui divora anche la buccia).
Dopo aver immortalato anche il grazioso villaggio di Balad
(o Bilad) Sayt, http://www.omantripper.com/balad-sayt, e i
suoi verdeggianti terrazzamenti, ritorniamo brevemente indietro, in direzione
della grotta Al Hoota.
La pista si fa sempre più ripida, con stretti tornanti che sembrano non
finire mai. Quando raggiungiamo, in tarda mattinata, la strada asfaltata,
Gianluca ne è quasi dispiaciuto, perché si stava divertendo da matti a guidare
in un contesto del tutto diverso da quello solito.
Per mezzogiorno siamo dalla grotta (è aperta dal martedì alla domenica,
dalle 9 alle 18; per i visitatori stranieri, il biglietto costa 6,5 rial per le
persone dai 13 anni in su, 3 rial per i bambini dai 6 ai 12 anni; i bambini
fino ai 5 anni entrano gratuitamente; i biglietti possono essere prenotati
anche on-line), http://www.alhootacave.com, http://tinyurl.com/z44aax9
La giovane addetta alla biglietteria ci informa che la prossima visita
guidata (in arabo e inglese) è prevista per le 14. Abbiamo, così, tutto il
tempo di mangiare qualcosa, visitare la piccola ma interessante esposizione
geologica e riposarci un po' nella fresca sala d'attesa.
All'ora stabilita, ci fanno salire sul trenino elettrico (l'unico in Oman;
è stato importato dal Regno Unito), che ci conduce, passando in mezzo alle
montagne, all'ingresso della grotta.
La visita in sé, però, è un po' deludente, perché troppo di corsa (in senso
letterale: le prime rampe di scale vengono, infatti, affrontate a un ritmo a
dir poco bersaglieresco, con diversi turisti che rischiano una sincope) e con
spiegazioni ridotte all'osso e limitate alla prima parte del percorso.
Ben presto ci accorgiamo che la guida e noi visitatori non siamo le uniche
forme di vita presenti nella grotta (di cui solo i primi 500 metri sono aperti
al pubblico, per ovvi motivi di conservazione): vediamo per primi dei minuscoli
pipistrelli che dormono nella tipica posizione a testa in giù e poi, in un
piccolo lago, dei pesci ciechi.
Al termine della visita, che dura una quarantina di minuti, risaliamo alla
spicciolata sul trenino. Allorché sbuchiamo dalle viscere della montagna,
veniamo quasi abbacinati dalla luce del sole, ancora alto nel cielo limpido.
L'auto, nel parcheggio senza un filo d'ombra, è un forno!:-/ Meno male che
l'Outlander è dotato di un climatizzatore molto
efficiente.:-)
In una ventina di minuti arriviamo allo splendido forte di Bahla (aperto dal sabato al giovedì, 9-16; venerdì 8-11; il
biglietto costa 500 baisa/0,5 rial), http://whc.unesco.org/en/list/433, dalle
geometrie e giochi di luci e ombre che ricordano i quadri di de Chirico.
Tersilla, Gianluca e io ne rimaniamo incantati, complice anche questo cielo
che ha la trasparenza del cristallo!
Anche qui è tutto un continuo saliscendi, tra un labirinto di stanze
fresche e spoglie e camminamenti inondati di sole. Sopra le mura merlate,
sfrecciano topini che nidificano negli anfratti del forte da tempo
immemorabile.
La luce si fa via via più morbida e radente, l'aria più frizzante. Peccato
che sia giunto l'orario di chiusura...
In una mezz'ora siamo in albergo a Nizwa (si
tratta del Falaj Daris,
perché il Golden Tulip, a qualche settimana dalla
nostra partenza per l'Oman, ha "simpaticamente" annullato la
prenotazione effettuata - e confermata - mesi prima).
Dopo una bella doccia (ci voleva proprio!;-)), beviamo qualcosa nel "Castle Lounge", per poi
goderci la cena di San Valentino, allestita intorno a una delle due piscine.
Come potete vedere, http://tinyurl.com/j79emhv, con le decorazioni
ci sono andati giù un po' pesanti.:-)
Mercoledì, 15
febbraio:
Oggi è la volta del lungo e tedioso trasferimento da Nizwa
a Sur. La noia è spezzata solo dalla pausa pranzo allo
Wadi Bani Khalid, dove Gianluca e io eravamo già stati nel 2011.
Lo troviamo ancora più affollato, rispetto a sei anni fa, ma resta, in ogni
caso, un luogo assai gradevole.
Il buffet del piccolo e spartano punto di ristoro non è certo da stelle
Michelin ;-), ma la qualità dei piatti è, comunque, accettabile. E poi si sta
così bene, seduti all'ombra del gazebo, circondati dalle rocce, palme e acque
color smeraldo dell'oasi. Un gran bel mix cromatico!:-)
Per le 15 siamo al Sur Plaza.
Ci "concediamo" un break di un paio d'ore, per poi ripartire in
direzione sud-est. Destinazione: la Ras Al Jinz Turtle Reserve, http://www.rasaljinz-turtlereserve.com, che
raggiungiamo poco prima delle 18.
Abbiamo, così, ampio tempo per visitare il piccolo museo al primo piano del
Visitor Centre, di fare un giro nel gift shop e di
cenare (meglio di quanto ci aspettassimo, fra l'altro), http://www.rasaljinz-turtlereserve.com/pages/55/facilities
Tersilla, Gianluca e io abbiamo prenotato mesi fa tre posti nel "turtle viewing"
serale, http://www.rasaljinz-turtlereserve.com/pages/34/turtle-viewing
Appena arrivati al Visitor Centre, parliamo con l'addetto alla reception,
che ci comunica che siamo stati inseriti nel secondo gruppo e di presentarci
nella hall alle 20,30, per avere la conferma, o meno, della presenza sulla
spiaggia di qualche tartaruga (i biglietti - 5 rial cadauno - vengono pagati e
ritirati solo quando tale presenza viene confermata).
La prenotazione va effettuata scrivendo (in arabo o inglese) una mail
all'indirizzo reservations@rasaljinz-turtlereserve.com.
Il periodo ideale per l'osservazione delle tartarughe a Ras Al Jinz va da maggio a settembre, ma, in genere, si riesce a
vedere qualche tartaruga anche nel resto dell'anno. Stasera ne vedremo quattro
adulte e due neonate.
Per quanto mi riguarda, però, l'emozione più forte e memorabile me l'ha
regalata il cielo gremito di stelle. Una stellata quasi da deserto...
E ricorderò pure la tiepida brezza, il dolce sciabordio delle onde che si
infrangono sulla riva, la sofficità della sabbia, che ha la consistenza della
cipria...
Giovedì, 16 febbraio:
Stamattina ce la prendiamo un po' più comoda e lasciamo l'hotel alle nove. Un'oretta
dopo, siamo al parcheggio dello Wadi Shab, il cui
imbocco è stato giusto "un filo" deturpato dalla costruzione di un
viadotto autostradale.
Le barchette che fanno la spola da una riva all'altra (l'A/R costa 1 rial a
persona) sono decisamente un "safety hazard".:-/ Di conseguenza, va esercitata massima
prudenza sia salendo a bordo, che sbarcando.
Il primo tratto dello wadi si percorre agevolmente. Poi il sentiero (se
così lo si può ancora chiamare) si fa via via più accidentato. Se non si hanno
particolari problemi di deambulazione e con un minimo di cautela, è, in ogni
caso, fattibile anche per persone non troppo agili (come la sottoscritta, ad
esempio;-)).
La fatica viene, comunque, largamente ricompensata dallo splendore in cui
si è immersi. Tutto, qui, è magnifico, dal rigoglio della vegetazione (peccato
che sia troppo presto per la fioritura degli oleandri...), al colore e
limpidezza dell'acqua, al trionfo cromatico delle rocce.
Fermandoci più volte per ammirare questo fantastico scenario naturale e
scattare non so quante foto, ci mettiamo un'ora e mezza per arrivare alla prima
"pool", http://tinyurl.com/jrqfwhf, già affollata di
bagnanti delle più svariate nazionalità.
Dopo un "meritato" riposo, torniamo indietro, sperando di poter
pranzare al coffee shop davanti al quale siamo passati subito dopo essere scesi
dalla barchetta, ma dobbiamo accontentarci di una spremuta d'arancia (dal
prezzo piuttosto "rapinoso": 1,5 rial/3,70 euro circa), poiché
l'offerta di cibo solido è limitata a biscotti e dolciumi.
Avremo maggior fortuna al food truck del parcheggio, che ha, invece, prezzi
onestissimi (5 panini e 3 bottigliette d'acqua = 2,7 rial/6,70 euro circa).
Si sono fatte, ormai, quasi le 15. In pochi minuti imbocchiamo lo Wadi Tiwi, nettamente meno spettacolare, a nostro avviso, del
suo vicino.
Ne percorriamo un breve tratto, scattiamo un paio di foto e riprendiamo
l'autostrada verso Muscat, facendo un'ultima tappa nel Dibab
Lake Park (altro posto dove Gianluca e io eravamo già stati sei anni fa), al
cui interno si trova l'affascinante dolina di Bimah, http://tinyurl.com/zdvxerg
Dopo aver cenato al ristorante "Al Luban"
del Tulip Inn, http://www.tulipinnmuscat.com/en/restaurants,
facciamo un giro sulla Corniche di Mutrah, resa
ancora più suggestiva dalla soffusa luce dei lampioni, per poi raggiungere Al Qurum e bere qualcosa al pub dell'Intercontinental, http://tinyurl.com/jsdxl5y
Venerdì, 17 febbraio:
Avevamo pensato di fare una capatina allo Shangri-La
Barr Al Jissah Resort & Spa, ma il cielo coperto e
un'afa opprimente ci fanno rapidamente optare per una mattinata di R&R al Tulip Inn.
Intorno alle 11 ci avviamo verso l'aeroporto, facciamo un'ultima volta
benzina e riconsegnamo (più rapidamente del previsto)
il fuoristrada.
Fra check-in e controlli vari, ci mettiamo un'ora abbondante ad arrivare al
gate. L'imbarco inizia con un po' di ritardo, ma riusciamo a decollare quasi in
orario.
Che tristezza, però, dover lasciare questo meraviglioso Paese per
ripiombare nel grigiore dell'inverno padano...:-/
ALBERGHI:
Muscat, Tulip Inn
(dotato di ristorante interno), http://www.tulipinnmuscat.com, http://tinyurl.com/jp4ca4d
Nizwa, Falaj
Daris (dotato di ristorante interno), http://www.falajdarishotel.com, http://tinyurl.com/gnj7uae
Sur, Sur Plaza (dotato di ristorante interno, ma noi abbiamo cenato
alla Ras Al Jinz Turtle
Reserve), http://www.omanhotels.com/surplaza, http://tinyurl.com/zb67anc
RISTORANTI:
Muscat, Kargeen Caffè, http://kargeen.com, http://tinyurl.com/zn8pco9
Somma Lombardo, Porca Vacca - Tagliati per la carne, http://tinyurl.com/j6sku2e, http://tinyurl.com/h8kq7w9
ALTRI LINK UTILI:
https://www.tripadvisor.it/Tourism-g294006-Oman-Vacations.html
http://www.bbc.com/weather/287286
http://www.weatherbase.com/weather/city.php3?c=OM&name=Oman
Autonoleggio, http://www.europcaroman.com (tramite http://www.rentalcars.com )
Guide cartacee (o in formato Kindle):
in italiano: http://www.polariseditore.it/prodotto/oman-emirati-arabi
in inglese: http://www.bradtguides.com/shop/middle-east/oman/oman-3195.html